Siamo le troppe parole dette di fretta per placare la voglia di dire, nel caotico frastuono di una sera d’estate di festa.
Siamo la bellezza inespressa di un bacio non dato, un odore nuovo avvertito tra mille per sbaglio.
Siamo l’imbarazzo deluso di un’occasione persa, un girarsi d’istinto attraversando la folla, con le mani sudate legate ad un altro.
Siamo le labbra che non abbiamo leccato, i palmi sfiorati con malizia per caso, il tumultuoso orgasmo che non abbiamo avuto, prima che l’estate ci portasse via.
Siamo un gioco ossessivo di sguardi celati, tra volti felici e fiori d’arancio e brindisi urlati e giarrettiere e bouquet.
Siamo la bramosa assenza, una perenne analessi, palese sentenza di una mancanza.
Siamo quello che non abbiamo saputo, la disattesa delle aspettative, i laceranti dubbi delle belle cose, il sopravvento equivoco delle pulsioni.
Saremo le buone intenzioni nelle cattive azioni, perché siamo stati ciò che non siamo e siamo ciò che non siamo stati.
DA “ECHI, MEMORIE E CONFESSIONI” DI GIUSEPPE IACOLINO