Leggero

Le mie dita incontreranno le corde,

come sconosciuti

ad una festa di amici comuni.

E suonerò

con in corpo la speranza

che i miei accordi si mischino al tutto,

per farti sorridere delle stonature.

E delle stravaganze,

delle situazioni imbarazzanti,

dei racconti e delle folli complicità,

delle nostre più stupide manie.

Ma non c’è modo che riescano gli acuti

ora che la mia voce canta da sola.

Hai volato

come una farfalla tra piatti e tamburi,

suonato

strumenti che non erano i tuoi

e tutte le volte è rimasto impresso un segno.

Perché anche due punti lontani tracciano

se pur invisibile

una linea che li unisce.

E se il tempo torna ancora una volta

ad essere ciò che solo lui sa essere,

passeremo sempre

oltre le colline e molto lontano,

con i telescopi per raggiungere le stelle

e un sorso del nostro whisky

non allevierà niente di niente,

ma servirà

a non smettere di ricordare.

 

a Giuseppe Racalbuto

2 risposte a "Leggero"

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