Non c’è malizia nel mio rimandare. È istintivo, come il posponi del telefono sul comodino della mia inutile esistenza.
Il richiamo cadenzato per qualcosa che so di dover volere, ma che rimando per godere ancora un po’ della mia inerte staticità.
E non lo vedi, non riesci a sentirlo.
Perché è dolce questo arrancare nel buio per dirti aspetta, per non destarmi dal sogno, per tornare ad illudermi ancora.
Foto di Federica Orlati